Mattarella: “La memoria della Resistenza, cemento della nostra comunità”

La celebrazione ufficiale del 25 aprile al Quirinale. Il discorso del Capo dello Stato

“Resistere fu anzitutto un’assunzione di responsabilità personale, talvolta pagata con la vita. Una disponibilità al sacrificio, una scelta rischiosa fatta come atto di amore per la Patria, per la propria comunità. Un regalo alle generazioni che sarebbero venute dopo… Quel ricordo è il cemento che tiene insieme la nostra comunità”. Con queste parole, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha riassunto, nel suo discorso al Quirinale, il senso del 25 Aprile, 76esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

In mattinata, Mattarella era stato all’Altare della Patria dove, accompagnato dal premier Mario Draghi, dalla presidentessa del Senato Elisabetta Alberto Casellati, dal presidente della Camera Roberto Fico e dal presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio, ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto, in ricordo dei caduti della Resistenza. Poi, il Capo dello Stato si è recato al Parco 17 aprile 1944 nel popolare quartiere romano del Quadraro dove ha deposto una corona sul monumento che ricorda il feroce rastrellamento nazista diretto dal famigerato maggiore Kappler che fu all’origine della deportazione di un migliaio di uomini tra i 18 e i 60 anni nei campi di concentramento tedeschi. Molti di loro non tornarono più.
Le stesse autorità si sono poi spostate al Quirinale dove, nella Sala delle Serre, hanno assistito alla celebrazione ufficiale del 25 aprile. Era presente anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e i rappresentanti delle associazioni partigiane e combattentistiche. L’Anpi era rappresentato dal vicepresidente Emilio Ricci che è anche presidente della Fondazione Cvl. Sullo schermo allestito nella Sala delle Serre, è passata, tra l’altro, la famosa immagine della sfilata delle brigate partigiane unificate sotto il comando militare del Corpo Volontari della Libertà. Il corteo, in realtà, si svolse a Milano il 6 maggio del 1945. Al centro della foto, i tre leader del Cvl: Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna e Luigi Longo.

La cerimonia, condotta dall’attrice Greta Scarano, è stata aperta dall’esecuzione dell’Inno d’Italia da parte dei Maestri Daniele di Bonaventura e Marcello Peghin e dalla proiezione di un filmato realizzato da Rai Cultura-Rai Storia.
Lo storico prof. Emilio Gentile ha svolto una riflessione sul significato storico e politico del 25 Aprile.
La conduttrice ha letto la poesia “Aprile 1945″, di Dino Buzzati, ” e la testimonianza di Virginia Macerelli, unica sopravvissuta all’eccidio, del novembre 1943, di Pietransieri in Abruzzo, e un brano di Enzo Petrini tratto da i “Quaderni del ribelle”.
E’ stato proiettato un estratto del documentario Rai “La donna nella Resistenza” realizzato, nel 1965, da Liliana Cavani e eseguiti dai Maestri di Bonaventura e Peghin i brani musicali “Reminiscenze ” e “Bella ciao”.

In chiusura ha preso la parola il presidente della Repubblica: “È bene oggi chiedersi – ha detto tra l’altro (ecco il video del suo intervento) -, dopo tanti anni… cosa significhi oggi, soprattutto per le generazioni più giovani, parlare di Resistenza. Ed è tanto più necessario in un tempo come quello che viviamo, nel quale l’orizzonte appare oscurato dall’angoscia, il futuro nascosto dall’incertezza e dalle ferite profonde prodotte dalla pandemia. Io credo che questa traccia sia tuttora ben presente e chiara. E credo anche che, allontanandoci sempre più nel tempo da quell’esperienza così decisiva, siamo in grado di comprendere, con le lenti della storia, cosa fu davvero la Resistenza e perché essa è diventata patrimonio di tutti; e premessa della rinascita democratica. Resistere allora significò combattere, rischiare di morire. Ma significò anche curare, accogliere perseguitati, testimoniare la propria umanità. Significò scrivere e parlare. Preparare con le idee nuove il tempo della libertà per tutti. Significò coraggio e speranza”.