E’ consultabile la “banca dati” dei Partigiani d’Italia

Raccolte e digitalizzate le oltre 700mila schede con le richieste di riconoscimento. Un progetto del Mibact con gli Archivi di Stato, l’Istituto Parri e la Normale di Pisa

Dal 15 dicembre 2020 è disponibile e parzialmente consultabile nel portale “I Partigiani d’Italia”, la “banca dati” (https://www.partigianiditalia.beniculturali.it/) del nostro movimento partigiano. Si tratta delle 703.716 schede che contengono le domande presentate alle Commissioni regionali per il riconoscimento della qualifica di partigiano. Le Commissioni regionali vennero istituite con il decreto legislativo luogotenenziale n. 518 del 21 agosto 1945 per dare una disciplina definitiva alla questione del riconoscimento di chi aveva davvero partecipato alla Resistenza contro il nazifascismo con i relativi diritti anche economici. La cosa si era resa necessaria sia dal punto di vista del governo che aveva bisogno di fare chiarezza, sia dal punto di vista dei cittadini che chiedevano il riconoscimento di un diritto.

Le Commissioni regionali erano undici (Piemonte, Lombardia, Triveneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzi, Lazio e Campania) e nel 1948 si aggiunse la dodicesima relativa al Friuli Venezia Giulia. Un’altra Commissione si occupò dei partigiani che avevano combattuto il nazifascismo all’estero.

Il d.l.l. 21 agosto 1945, n. 518 stabiliva criteri precisi per la concessione della qualifica di partigiano “caduto”, “combattente”, “invalido” o “mutilato” e della qualifica di “patriota” per tutti coloro che tra il 1943 e il 1945 avevano “collaborato o contribuito attivamente alla lotta di liberazione, sia militando nelle formazioni partigiane per un periodo minore di quello previsto, sia prestando costante e notevole aiuto alle formazioni partigiane” (art. 10). Nell’archivio sono anche presenti le pratiche dei non riconosciuti e quelle non accettate.

Le schede e i relativi incartamenti erano conservate nel Fondo Ricompart presso l’Archivio Centrale di Stato. Il fondo Ricompart comprendeva circa 4.500 buste (contenenti verbali, fascicoli personali, elenchi, quadri statistici etc.) prodotti dalle Commissioni regionali, Estero ed in parte dalla Commissione di secondo grado; 54 volumi dei verbali (originali e copie) della Commissione unica nazionale (1968-1994); 611 cassette contenenti 703.716 schede nominative.

Nel 2017 la Direzione Generale Archivi ha assegnato all’Istituto Centrale per gli Archivi (Icar) un finanziamento al fine di avviare un progetto per rendere accessibile ai ricercatori e ad un ampio pubblico le schede in questione. La “banca dati” aperta il 15 dicembre è il frutto di questo finanziamento e del relativo accordo di collaborazione tra il Ministero dei Beni Culturali (Mibact), l’Icar e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Altri accordi di cooperazione sul progetto sono stati definiti con Istituti piemontesi per la storia della Resistenza che avevano già iniziato un lavoro analogo nel 1992 e l’Istituto nazionale Ferruccio Parri, Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea per lo sviluppo e la divulgazione del progetto e del portale.

Lo scorso 15 dicembre, in un convegno via Facebook, il portale “Partigiani d’Italia” è stato presentato con un evento sulla pagina Fb dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri al quale sono intervenuti il ministro dei Beni Culturali, Enrico Franceschini, la direttrice degli archivi, Anna Maria Buzzi e Laura Mori dell’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library.

Terminate le fasi di digitalizzazione e di test, le schede sono adesso disponibili sul portale. Per poter fare la ricerca è necessaria l’iscrizione (procedura abbastanza veloce). Attualmente sono pubblicate le schede delle Commissioni Campania, Emilia-Romagna, Estero, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte. Entro il 25 aprile 2021 saranno pubblicate le schede delle Commissioni Lombardia, Toscana, Umbria. Entro il 2021 saranno consultabili anche le schede delle restanti Commissioni e della Commissione di secondo grado, per i ricorsi e le ricompense al valore, nominata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, con sede a Roma, che decideva inappellabilmente.